Teatro

Manzoni di Pistoia apre con Lo Zoo di Vetro con la Cardinale

Manzoni di Pistoia apre con Lo Zoo di Vetro con la Cardinale

Prestigiosa apertura di stagione per il Manzoni di Pistoia dal 13 al 15 ottobre con il ritorno a teatro, in prima regionale per la Toscana, di un vero e proprio ‘mito’ del cinema italiano: Claudia Cardinale, impegnata in LO ZOO DI VETRO, uno dei testi ‘cult’ di Tennessee Williams, di cui molti ricorderanno la primaversione italiana di Luchino Visconti con Rina Morelli e, in tempi più recenti, le riletture di Sepe con Olga Villi e di Bolognini con Elena Zareschi.

Al fianco della Cardinale, Ivan Castiglione, Orlando Cinque e Olga Rossi.
La regia è firmata dal quarantaquattrenne Andrea Liberovici, compositore e regista, che ha al suo attivo numerose esperienze di ‘crossover’ tra teatro musicale e teatro di parola e di cui citiamo il recente URFAUST, prodotto dallo Stabile di Genova, per il quale ha ottenuto la nomination al Premio “Gli Olimpici del Teatro 2006” per la miglior regia. Con il Teatro del Suono, compagnia da lui fondata, si applica da anni alla sperimentazione dei nuovi possibili intrecci tra musica, poesia, scena e tecnologie dell’elaborazione del suono e del montaggio.

Cercando frammenti di memoria della famiglia Wingfield
Prime note di regia di Andrea Liberovici per “Lo zoo di vetro“ di Tennessee Williams.

I Wingfield sono in qualche modo dei sopravvissuti o meglio dei mai- vissuti: abbandonati dal padre, senza mezzi economici , minacciati dalla distruzione di una rispettabilità piccolo borghese, sopravvivono, aggrappandosi l'uno all'altro , ad una realtà lontana anni luce dai loro sogni più intimi e che non può che umiliarli costantemente.

La famiglia Wingfield è una famiglia che ha fallito nelle sue aspettative, e come spesso accade nelle dinamiche familiari, non tanto per drammatici eventi esterni ma per incapacità profonda ad amare. Si scontrano infatti, nel testo di Williams, tre violenti egoismi diversi con effetti al limite della patologia. La possessività morbosa della madre, il desiderio di fuga del figlio, il quasi autismo della figlia che delega la sua realtà alla sua immagine riflessa in uno...zoo di vetro. Ecco questi caratteri, per certi aspetti estremi, e nello stesso tempo così reali in molti gruppi familiari , si nutrono, a mio avviso, di tanti gesti, di non detti, di sguardi che incatenano e segnano il territorio, di rituali tesi a preservare un'idea d'identità. Dalle parole di Williams desidero arrivare a far emergere non tanto, o non soltanto, la tragica realtà del presente in cui si sviluppa il dramma della famiglia stessa, ma parte del percorso a ritroso che li ha portati a questo presente.

Non a caso Williams, in una modernissima presentazione al testo (parte integrante del testo stesso) parla di “dramma della memoria“ ed affianca, ad una scrittura iperrealista, un'idea di scena simbolica, un luogo appunto della memoria dove ogni frammento di vita rimanda ad un “fantasma“ passato ma comunque presente nel quotidiano.

Desidero quindi creare, attraverso video proiezioni ed una ricca “scenografia acustica“, un percorso parallelo e contemporaneo all'azione scenica. Un contrappunto evocativo audio - cinematografico della memoria dei personaggi, dei loro gesti, sussurri, sguardi ecc che avvolgerà il divenire dello spettacolo.
L'occasione di lavorare teatralmente con una straordinaria attrice di cinema come Claudia Cardinale, mi “obbliga“ infatti ad approfondire la mia ricerca teatrale che, per chi conosce il mio lavoro sa, si nutre profondamente delle molteplicità espressive che le nuove “macchine teatrali“ offrono e quindi suono, immagine e cinema.